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Giovedì, 18 Aprile 2024
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In scena il carcere di Nisida, tra attività di recupero e sovraffollamento

“Pe’ vicule…sotto voce", di Viviani, è stato messo in scena dai ragazzi di Nisida al teatro Sannazzaro: un esempio delle attività di un istituto che vive però, anch'esso, le problematiche comuni alle carceri italiane

Si chiamano Francesco, Nico, Claudio, Antonio, Francesco, Marco, Francesco, Dragana, Giuseppe, Antonio. I dieci ragazzi che si tengono per mano, a prendersi dal palco gli applausi del teatro Sannazzaro pieno, sono attori. Detenuti del carcere minorile di Nisida, ma attori veri, del laboratorio musicale e teatrale dell’Ipm Nisida. Diretti da Pino de Maio e Veria Ponticiello, il loro “Pe’ vicule…sotto voce”, al Sannazzaro lo scorso giovedì, è stato un successo: di pubblico, certo, ma soprattutto di contrasto al degrado sociale.

“Lavoriamo su testi e canzoni di Raffaele Viviani – ha spiegato, introducendo lo spettacolo, il direttore dell’istituto di pena di Nisida Gianluca Guida – non per dare un'immagine oleografica e da cartolina, ma perché quest’autore racconta la Napoli dolente ma non indolente. La Napoli che vuole riscattarsi”. Ed è il riscatto dei ragazzi in scena. Tra loro c'è chi ha rubato, chi ha rapinato, chi ha chiesto il pizzo, chi ha provato ad uccidere, chi l'ha fatto per davvero. Veria Ponticiello parla anche a nome di Pino De Maio: “Il teatro e la musica hanno il potere di mettere le alucce di rondine e far volare anche chi è un diavoletto”. Chi è stato più sfortunato, chi – messo ai margini della società – non ha avuto gli strumenti per vivere secondo la legge.

Finisce lo spettacolo, ed i ragazzi tornano "a casa", nelle loro celle. È vero, Nisida è un carcere ma anche laboratori di teatro, ceramica, pittura, pasticceria; un posto dove i ragazzi producono oggetti di artigianato tradizionale (presepi, ade esempio) e curano animali ed un orto biologico i cui prodotti vengono consumati nella mensa comune. È vero, Nisida è attività ricreative, ma è anche un carcere. Al presidente della Camera Laura Boldrini, di recente arrivata sull'isola per un "incontro fiume" di quattro ore con i suoi circa 70 ospiti, un ragazzo ha detto: "Siamo in sovraffollamento, quattro e anche cinque di noi in una stanza. E in un reparto non c’è neanche l'acqua calda per motivi di manutenzione. E gli stessi problemi più gravi li hanno i nostri familiari rinchiusi a Poggioreale. Tanti ne sono passati come lei di qua, a fare promesse...".

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